Tutti conoscono il sushi bar e alimentari Poporoya ma forse non tanti sono stati al ristorante di fronte, Shiro. Fondato nel 1987 questo locale è sempre di proprietà del famosissimo chef Hirazawa Minoru, detto Shiro, il primo ad avere portato la cultura del sushi a Milano nonché Membro fondatore e presidente dell'Associazione Italiana Ristoranti Giapponesi. Il ristorante nel 2009 ha vinto alla Scala il premio Milano Produttiva prima edizione indetto dalla Camera di Commercio di Milano.
Se il celebre alimentari ha "orari da bar" ed è sempre chiassoso e iper affollato, il ristorante è invece tranquillo e ordinato: il design minimale e la saletta con tatami e zaisu fanno di questo locale il posto ideale per un pranzo veloce o per una cena di coppia o in compagnia di amici. Io personalmente vi ho mangiato ogni volta che da Poporoya c'era troppa ressa e non avevo intenzione di attendere il mio turno in piedi sul marciapiede. Qui il prezzo è più alto e la qualità non è di gran lunga superiore, però si sta seduti comodi e si può godere la preparazione del proprio piatto direttamente al banco sushi. La gentilezza dello staff di sala (esclusivamente giapponese) è sicuramente una nota di merito in più.
Il menù del pranzo prevede un set a prezzo fisso che comprende due piccoli antipasti, riso, zuppa di miso, frutta e caffè. Perfetto quindi per una pausa pranzo di lavoro se si è in zona. La sera, invece, il menù è molto più vario e sorprende con alcune pietanze tradizionali che difficilmente troverete in altri ristoranti: personalmente sono rimasta piacevolmente stupita nel trovare il saba oshi sushi, ovvero il sushi tradizionale pressato con sgombro scottato in superficie. Una delizia! E ancora il tara kinoko ankake (merluzzo con funghi) e gli hosomaki con zucca giapponese o al natto. Qui la specialità è ovviamente il pesce crudo, quindi non mancano nigiri alla carta, sashimi, diverse tipologie di cirashi, uramaki e temaki. Non mancano però i piatti caldi che comprendono soba, okonomiyaki, udon, shoyu ramen, ciotole di riso con carne e unadon. Con mio grande dispiacere ho constato che alcune preparazioni decisamente interessanti sono "fuori produzione" come il sukiyaki e il nigiri di toro. Shiro si riprende coi dolci, tutti davvero ben fatti e molto buoni. Ho apprezzato enormemente il tiramisù al tè matcha ma soprattutto i dango. Da bere vini italiani, saké (anche alla frutta) e umeshu.
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