Negli ultimi anni il panorama letterario giapponese si è popolato di una schiera di donne votate alla verità: circa il loro Paese, la società e la loro condizione.
Non si tratta di semplice femminismo, ovvero una narrazione volta alla lotta di genere per una emancipazione in uno stile ormai trito e inefficace, bensì un modo di produrre letteratura in maniera realistica.
Se negli anni '90 la letteratura giapponese ha ritratto la donna in maniera oserei dire "ideale" (basti pensare alle descrizioni femminili di Haruki Murakami, che ha talmente cristallizzato simbolicamente il sesso femminile tanto da domandarsi se egli abbia davvero frequentato una donna) o ermeticamente formale (Banana Yoshimoto), ricamando un mondo ovattato protettivo, gli anni 2000 sono decisamente di rottura. Le donne prendono possesso del loro spazio con la volontà schiacciante di raccontare la propria situazione. Non con lamentele, ma con profondo realismo.
Ho voluto selezionare alcune scrittrici e alcuni dei loro romanzi. Autrici e opere che, a mio avviso, si stagliano pienamente fuori dal coro dalla "letteratura nazionale", cioè quella che dovrebbe rappresentare i pregi della Nazione e che è degna di essere esportata in tutto il mondo per qualificare il Giappone a Paese del sogno, antico e malinconico.
Si tratta di voci fuori dal coro pluripremiate, portatrici di contraddizioni e che rimestando a piene mani in una quotidianità ricca di grottesco, solitudine, precarietà e disuguaglianze.
Ecco quindi le mie scrittrici giapponesi contemporanee preferite!
MURATA SAYAKA
Nata del 1979, è originaria della prefettura di Chiba.
La ragazza del convenience store
(2016)
Furukura Keiko è una ragazza strana, introversa, che decide di conformarsi totalmente alle aspettative familiari e sociali lavorando in uno dei tantissimi konbini (supermercati aperti 24 ore).
Un romanzo sulla immobilità sociale (Keiko ha un contratto a tempo determinato da diciotto anni) e sul tema della missione aziendale. Il konbini è una monumentale figura retorica.
NATSUO KIRINO
Pseudonimo di Mariko Hashioka, originaria di Kanazawa, classe 1951.
Celebrata come autrice di romanzi gialli, è considerata una tra le più importanti scrittrici giapponesi.
Ha iniziato la sua carriera come autrice di romanzi rosa, passando successivamente al crime: la critica si è scagliata contro di lei asserendo che le donne dovrebbero scrivere esclusivamente romanzi d'amore. Il motivo di così tanto astio? Le trame da lei sviluppate hanno molto spesso riscontro nella realtà, dove il numero di omicidi è in costante e vertiginoso aumento.
I suoi romanzi richiamano quelli americani degli anni '20 ma con prospettive multiple, dando maggiore sincerità ai personaggi. Lo stile è incalzante, ricco di colpi di scena e saturo di elementi macabri che richiamano il genere horror, restituendo una prospettiva del Giappone estremamente realistica e lontana dalla visione edulcorata kawaii. L'autrice ha infatti dichiarato che i suoi romanzi danno una rappresentazione del Giappone diversa dalla "letteratura globale" di Haruki Murakami, il quale, a suo avviso, scrive per un pubblico internazionale.
Solitudine, materialismo e idea spasmodica del successo sono alcuni dei maggiori temi trattati in tutta la sua opera.
Le quattro casalinghe di Tokyo
(1997)
Considerato il romanzo di maggiore successo della Kirino, segue le vicende di quattro donne che lavorano in una fabbrica di bentō nella periferia di Tokyo. Sono donne molto diverse ma accomunate dall'alienante lavoro part-time che svolgono durante il turno notturno, considerato il gradino più basso nella scala del prestigio sociale. Una di loro, una sera, esasperata dalla rabbia, uccide il marito. Le colleghe la aiutano a smembrare il cadavere e a occultarlo.
Morbide guance
(1999)
Yuka, una bambina di cinque anni, scompare improvvisamente. Da qui parte la traumatica elaborazione del senso di colpa della madre Kasumi. Ambientato nel suggestivo e onirico panorama dell'Hokkaido, questo romanzo noir e intimistico illustra le differenze di status sociale date dalla ricchezza e dalla povertà.
Grotesque
(2003)
Due prostitute vengono assassinate inspiegabilmente: Yuriko (la cui bellezza le ha permesso tutto nella vita) e l'invidiosa Kazue. Inizialmente compagne di scuola, col tempo si sono scontrate con le convenzioni sociali, costringendosi a diventare "grottesche". A mio avviso questo è il più bel romanzo scritto dalla Kirino, uno spaccato della società giapponese come poche volte mi è capitato di leggerne.
Real world
(2003)
A Tokyo, quattro studentesse trascorrono un'estate soffocante preparandosi agli esami di ammissione all'università. Dall'appartamento accanto arriva un rumore molto strano. Lì abita Vermiciattolo, il vicino strano che ha ucciso la madre e che si è dato alla fuga. Mentre scappa, da anonimo e timido personaggio, egli scopre l'ebrezza della notorietà data dalla visibilità mediatica, diventando così un esaltato. Le ragazze scoprono un mondo fatto di internet e Reality Tv dove ragazzi aspettano con ansia una guida che ponga l'accento sulla loro diversità e che li riscatti da un sistema che li obbliga alla omologazione. Un leader che sottolineai quanto essi siano diversi dai loro genitori e dalle generazioni precedenti.
MIEKO KAWAKAMI
Classe 1976, è considerata oggi una delle massime esponenti del femminismo giapponese in letteratura. Prima di dedicarsi alla scrittura (sia prosa che poesia) ha lavorato in una fabbrica, come hostess di bar, commessa di libreria e cantante j-pop.
Gli amanti della notte
(2011)
Irie Fuyuko è una trentenne che vive da sola e lavora come freelance. E' una persona ordinaria che vive una vita normale ma, allo stesso tempo, è molto sola. Incapace di avere delle relazioni normali con uomini e donne, decide di dare una svolta alla sua quotidianità.
Un romanzo scorrevole e feroce sulla situazione umana contemporanea, con l'arguzia e la spietatezza che solo la Kawakami sa usare.
Heaven
(2009)
Occhi storti è un protagonista che non ha un vero nome. Vessato per la sua diversità, trova conforto nell'amicizia con Kojima, brutalizzata per la sua povertà. E' un romanzo sul bullismo, l'isolamento, l'orrore della solitudine, il profondo nichilismo e assenza di senso di colpa dei bulli e la violenza fisica. E' ambientato negli anni '90, un periodo in cui questa problematica sociale insieme al fenomeno degli hikikomori hanno preso largamente piede - qui un approfondimento su questa decade e l'enjo kōsai.
Seni e uova
(2019)
Viaggio intimo di tre donne alla ricerca di libertà nel loro presente pressante. Makiko si dirige a Tokyo per cercare una clinica che le metta una protesi al seno a prezzi accessibili. E' accompagnata dalla figlia Midoriko, con la quale non parla da sei mesi. Anni dopo, Natsuko, scrittrice di successo, torna a Osaka: ossessionata dalla paura di invecchiare sola, decide di diventare madre rivolgendosi a una clinica specializzata in fecondazione assistita. E' un romanzo monumentale sul corpo della donna, i suoi aspetti, cambiamenti e il suo ruolo sociale, aspettative comprese. E' considerata l'opera più importante e imponente della Kawakami.
HIROKO OYAMADA
Nata a Hiroshima nel 1983, dopo la laurea in Letteratura giapponese ha svolto numerosi lavori tra cui l'operaia. I suoi romanzi sono intrisi di suggestioni kafkiane e affondano le radici nella precarietà giovanile, che disegna scenari grotteschi ai limiti del paradosso.
La fabbrica
(2013)
La fabbrica è grande come una città, un labirinto tutto uguale. Yoshiko, fresca di laurea, vede realizzare il proprio sogno con l'assunzione nella fabbrica, nonostante il contratto a tempo determinato, il pagamento a ore e l'alienante compito ripetitivo di distruggere documenti tutto il giorno. Yoshio, da ricercatore precario in una università di provincia, passa alla fabbrica con un contratto a tempo indeterminato: il suo compito, impartito ex novo, è di progettare tetti verdi. A detta del suo professore, l'assunzione nella fabbrica è il sogno di tutti. Ushiyama lavorava come tecnico informatico in una ditta prima di essere licenziato in tronco senza spiegazioni. Ora è un correttore di bozze. Ma cosa produce questa fabbrica? E' un romanzo sulla liturgia del lavoro, dove l'unico dio sembra essere quello del tempo. L'autrice lo ha scritto dopo la sua personale esperienza in una fabbrica di automobili.
La buca
(2014)
Asa va a vivere con il marito lontano dalla città. E' una casalinga senza lavoro, con pochi soldi e nessuno stimolo. Un giorno scorge uno strano animale scuro ma non capisce davvero che cosa sia. Seguendolo, cade in una buca profonda. Tutto intorno, personaggi eccentrici e grotteschi, esperienze stranianti e metaforiche.