In piena zona Brera c'è un ristorante giapponese gestito da una signora originaria di Osaka: Satoko dal 2014 propone la cucina della sua città ai milanesi in un ristorante piccolo e semplice.
Già una volta arrivati davanti la vetrina del locale potrete notare numerose bottiglie di sakè e parecchi ninnoli qua e là. Lo stesso vale all'interno, anche se nel complesso l'ambiente non è particolarmente "caldo". La proprietaria gestisce sia la sala che la cucina (quindi i tempi di preparazione spesso un po' lunghi). Il servizio è un po' troppo sbrigativo e impersonale, il che è strano perché di solito gli abitanti di Osaka sono molto alla mano e chiacchieroni.
Il menù si divide in una carta principale e in delle proposte fuori carta. A ciò si uniscono dei piatti opzionabili telefonicamente in anticipo, quindi ordinateli in fase di prenotazione del vostro tavolo.
Il menù principale prevede dei piccoli antipasti (tra cui insalata di patate o di tofu), la parentesi di sushi, sashimi e chirashi e, infine, i piatti caldi (tra cui il curry di pollo con riso).
La carta fuori menù presenta takoyaki, tonkatsu, crema di zucca, hijiki e finocchi in salsa di acciughe.
A pranzo, invece, c'è la possibilità di acquistare la bento box.
Decido di provare un po' di tutto e ovviamente parto subito prenotando i piatti fuori carta via telefono: okonomiyaki, uno dei più buoni mangiati in Italia, e il ramen, preparato con una base di brodo di pollo e costine di maiale - semplice ma saporito, con un uovo cotto perfettamente. La nota di merito va alla qualità della pasta: se c'è infatti una cosa che non dovete perdervi qui sono gli udon o i tagliolini in generale. Sono tutti realizzati in casa e deliziosi (nel menù troverete bukkake udon freddo, udon con alghe in brodo o con carne e i Satokina noodles, ovvero una particolare versione di hiyashi chuka).
Successivamente è stata la volta dei takoyaki, che invece mi hanno deluso: piccoli nella forma, approssimativi nel contenuto (il polpo era completamente frullato, quindi non si percepiva), mancavano in superficie della mayonese giapponese e persino del katsuobushi. Peccato perché il sapore non era malvagio, erano imperfetti. Una strana e grave mancanza per una signora originaria di Osaka...
Ho voluto anche provare il sushi misto: il pesce è fresco ma poco vario. A completamento della cena, la carta dei dolci propone tiramisù alla giapponese (con marmellata di azuki), daifuku mochi, crème caramel al tè verde e gelato al tè verde, sesamo o riso.
Nel complesso, la mia esperienza da Satokina può riassumersi in un percorso costellato da alti e bassi. Come avrete capito, alcuni piatti mi sono piaciuti molto, altri mi hanno lasciato un po' delusa. In generale non posso dire di avere mangiato male sebbene i prezzi siano un po' alti rispetto a quello che viene servito, però mi sarei sicuramente aspettata di più, in tutti i sensi: mancava il colore e il calore che si respira ad Osaka. Non so se ci tornerò, ma se dovesse succedere spero di trovare quelle attenzioni che adesso mancano e che farebbero la differenza.
💰 $$$