In zona Isola a Milano, in Via Ugo Bassi 26, vi è Casa Ramen Super. Si tratta della seconda apertura di Luca Catalfamo, giovane cuoco milanese che si è distinto anche tra i giapponesi per il suo ramen.
Casa Ramen Super è la seconda apertura di Luca Catalfamo: a pochi passi da questi locale vi è infatti Casa Ramen, fortunato e celebre locale di ramen che a suo tempo ha perfino destato la curiosità dei giapponesi che sono venuti a provarlo e che ne sono rimasti talmente colpiti da convincere Catalfamo ad andare a Yokohama per aprire una sua temporary ramen house al museo del ramen, Casa Luca. Aperto nel 2017 con l’idea di ricreare un’izakaya, in realtà è uno spazio conviviale: vi è infatti un grande tavolo realizzato dall’artigiano portoghese Romain Jainet dove mangiare in condivisione con altre persone. Già da questa premessa è possibile intuire il progetto attuato: partire da un'idea di Giappone autentico per creare un locale nuovo dove sperimentare esperienze diverse. E osservando il menù ci si accorge subito che il Giappone tradizionale è un punto di partenza: i piatti sono sì ispirati alla gastronomia nipponica, ma sono in realtà contaminati da tutta una serie ingredienti, idee e preparazioni che determinano un risultato nuovo e molto personale.
Luca Catafalmo è infatti un grande viaggiatore, oltre che cuoco. Durante la sua carriera ha lavorato in Italia, New York (dove tra l’altro ha mangiato il ramen per la prima volta a Ippudo e nel 2019 ha aperto Casa Ramen Power), Sidney, Londra e ciò gli ha permesso non solo di crescere professionalmente, ma anche di acquisire stimoli differenti. Dopo avere studiato la preparazione del ramen in Giappone, averlo riprodotto a Milano, ha dunque voluto rielaborarlo secondo il suo punto di vista. E da Casa Ramen Super si gusta proprio questa visione individuale:
Vogliamo stimolare un ricordo e non copiare i piatti della tradizione.
Il menù presenta due scelte: l’omakasè — menù degustazione in stile izakaya (cinque piatti con possibilità di abbinamento vini) e il menù alla carta, oltre ai cuoriosi fuorimenù. Sul menù viene sottolineata la freschezza delle materie prime: i prodotti sono infatti italiani e seguono la stagionalità, i noodles sono di farina 00 proveniente dal panificio e la carne è di Venegani. Gli antipasti prevedono: Bao (maiale, salsa alle cinque spezie, cipolla in agrodolce), Trota “on fire” (tartare di trota, salsa ponzu piccante, alghe nori tostate), Rape rosse fritte (mayonese allo yuzu, katsobushi), Fucking tofu salad (insalata del mercato, crema di tofu, agro, sesamo, soia) e Dumpling di maiale (doppio wasabi, cipolla fritta). Si procede poi con delle portate sfacciatamente fusion, come da titolo: Chawanmushi (frittata al vapore, granchio, riccio di mare, lime, shiso), Kakuni (costato di maiale brasato, bay lattuga, cipolle in tempura), Temaki (tartare di manzo, midollo arrosto, riso, alga nori) e Qfc (quaglia fritta casaramen, cavolo cinese, lime, salsa tonkatsu). Si arriva finalmente al ramen, di cui ve ne sono quattro tipi: Super ramen (noodles spessi, miso, soia, verdura, uovo marinato), Yuzu ramen (noodles fini, brodo di pesce, ombrina arrosto, cipollotto, alga nori, sesamo, uovo onsen, yuzu), Paitan ramen/red paitan ramen (noodles spessi, brodo di pollo, chashu, bamboo, cipollotto, uovo marinato, sesamo) e Dan dan noodles (poco brodo, noodles fini, agnello, coriandolo, pepe, cipollotto, bamboo, uovo marinato).
Com'è quindi mangiare da Casa Ramen Super? Non mi ha convinto. Il ramen non è un vero ramen (ovvio), i brodi tendono ad avere un sapore troppo simile e gli ingredienti di alcune preparazioni secondo me tendono a creare una zuppa troppo pasticciata. Molto più buoni invece gli antipasti, forse i veri protagonisti di questo locale.
Insomma, a mio parere si tratta di preparazioni molto più belle da fotografare che non da mangiare. E dell'idea iniziale di creare una sorta di izakaya è rimasto davvero troppo poco, visto che la scelta del beverage è veramente scarna.