Ai Yazawa è una delle mangaka più apprezzate al mondo. Con il suo tratto caratteristico e rivoluzionario ha illustrato una generazione giovane proiettata nell'incertezza del nuovo millennio.
Grazie alle ristampe delle sue opere più importanti e alla recente inclusione nel catalogo Netflix dell'anime Nana, la Yazawa continua a confermarsi come un'artista ricercata che suscita enorme interesse per i suoi contenuti attuali e la sua spiccata sensibilità per la moda, parte integrante della sua vita e della sua opera autoreferenziale.
Ai Yazawa nacque a Osaka nel 1967. Come da lei dichiarato, il suo è un nome d'arte ispirato al cantante giapponese Ekichi Yazawa.
Dimostrò una grande passione per il disegno fin da bambina, alle scuole medie partecipò ad un concorso da fumettista per la Shueisha vincendo il primo premio come esordiente. Maturò subito, al contempo, anche un interesse viscerale per la moda, arrivando a confezionare con le sue mani i suoi stessi vestiti. Si iscrisse quindi ad un istituto di moda ad Osaka, che però abbandonò quasi subito per trasferirsi a Tokyo per diventare mangaka.
Tra le sue pubblicazioni più importanti come prima uscita vi fu Gokinjo monogotari (in italiano Cortili del cuore) seguito poco dopo dallo spin-off Paradise Kiss.
Nel 2000 iniziò Nana, che nel 2002 le valse il premio Shogakukan manga award nella sezione shōjo. Nana fu però interrotto all'improvviso nel 2009: venne annunciato che l'autrice era gravemente malata e che doveva essere ricoverata per essere sottoposta a delle cure. Da allora Ai Yazawa non riprese più in mano Nana, rimanendo di fatto ad oggi un'opera incompiuta.
In un'intervista del 2016 l'autrice rassicurò i suoi fan circa la sua salute ma senza scendere in particolari: disse che faticava a tenere in mano una penna o a stare seduta senza provare dolore. Durante lo stesso anno realizzò un calendario di Nana.
Ripercorrendo le tappe della sua vita e contestualizzando le sue opere nell'epoca storica in cui la Yazawa operò è possibile comprendere la profonda rottura che i suoi manga hanno avuto rispetto al lavoro passato dei suoi colleghi.
Gli anni '90 in Giappone sono stati una decade difficile perché sono stati il conseguimento dello scoppio della bolla speculativa di fine anni '80. Dal 1991 in avanti il Sol Levante sperimentò il "decennio perduto", sinonimo della stagnazione economica e della conseguente crisi che ha avuto delle profonde ripercussioni a livello sociale e che è alla base delle grandi rivoluzioni di costume che raggiungeranno l'acme con l'entrata nel nuovo millennio.
Non fu dunque un caso che la crisi dell'economia e dei valori standard siano stati per la Yazawa un trait d'union con gli anni '70 inglesi, epoca in cui l'establishment cercava di contenere col pugno di ferro i moti giovanili che si sviluppavano dal basso.
Ai Yazawa ha quindi il merito di avere ritratto i giovani di quella decade con le loro idee e i loro travagli, incastrati in un limbo di regole ferree e una voglia di libertà ed evasione che solo il mondo dell'arte (inteso come musica e alta moda) parevano dare.
CORTILI DEL CUORE
Gokinjo monogatari (letteralmente "i racconti del vicinato"), in italiano "Cortili del cuore", è stata la prima opera importante di Ai Yazawa pubblicata nel 1995.
E' un manga che ha tutte le caratteristiche del romanzo di formazione, dedicato ad un pubblico femminile giovane: con ironia e tenerezza, vengono sondati i problemi della prima adolescenza e del primo amore.
La storia è incentrata su Miwako Kōda, una giovane ragazza che frequenta l'istituto di arte e design Yaza il cui sogno è di diventare una stilista di successo.
Già da questo primo lavoro si possono scorgere alcuni dei tratti che saranno una ricorrenza di stile per la Yazawa: il mondo della moda come percorso di costruzione sia dell'io che della propria carriera, l'auto-referenzialità alla vita dell'autrice (sia nel nome dell'istituto, sia nel fatto che la stessa Yazawa ha frequentato una scuola di moda e confezionava abiti) ma soprattutto il modo di disegnare i personaggi, allungati e magrissimi, simili ai bozzetti di moda e non alle persone nella vita reale. Da sottolineare i bellissimi dettagli anatomici di mani, occhi e bocche, decisamente innovativi nella maniera di disegnare i manga.
Lo stile di Tsutomu Yamaguchi che ricorda vagamente il Cyber, trend retro-futuristico in voga dalla seconda metà degli anni '90 in Giappone.
Con "cyber" in giapponese ci si riferisce a tutto ciò che è futuristico, a partire dagli oggetti (all'epoca erano infatti comparsi i primi telefoni cellulari con un design moderno, robot dal gusto vintage e computer). Nell'abbigliamento cyber si usavano materiali sintetici o che comunque apparivano artificiali (come il vinile o la pelliccia sintetica), accessori in metallo e/o plastica e si prediligevano colori pop e fosforescenti, così come anche nel make-up. Si indossavano baggy pants, top e giacche, chunky shoes alte e large, stivali con la zeppa e sneakers.
Viene inoltre introdotto per la prima volta il riferimento allo stile punk, come dimostra il personaggio Risa Kanzaki, e quello al fashion trend lolita, rappresentato da Mai Ōta.
Mariko Nakasu, invece, rappresenta lo stile Shibukaji ("Shibuya casual" o "French casual), come dimostrano i suoi outfit raffinati di chiara ispirazione Chanel by Karl Lagerfeld. Molto in voga soprattutto nella prima metà degli anni '90, questo trend era apprezzato dalla giovane classe sociale medio-alta giapponese. Tra i massimi interpreti di questo stile nei manga spicca Sailor Moon di Naoko Takeuchi (conoscente tra l'altro della Yazawa e amante della moda quanto lei).
PARADISE KISS
Spin-off di Gokinjo monogatari, Paradise Kiss è ambientato 20 anni dopo e con alcuni personaggi cameo dell'opera precedente. Nel 2005 la Madhouse ne ha fatto un anime e nel 2011 è uscito un film live action.
Si tratta di un manga josei (dedicato ad un pubblico di ragazze adulte), maturo e comunque con una vena ironica.
La trama ha come protagonista Yukari, una ragazza molto seria che frequenta un liceo prestigioso. Un giorno le viene chiesto di fare da modella per una sfilata dell'istituto di moda Yaza: conosce così ragazzi a lei coetanei con una vita ed obiettivi completamente diversi, tanto da sconvolgere i suoi piani per il futuro e da mettere in crisi il suo rapporto con la famiglia.
I temi affrontati in questo manga sono molteplici. Dalla contrapposizione del mondo standard e autoritario a quello creativo della moda, portatore di ideali e regole tutte sue, l'auto-affermazione, la passione e i sacrifici per raggiungere i propri obiettivi, la conformità sociale, le apparenze e l'identità di genere. A questo proposito è molto interessante la figura del transgender Isabella, che nella storia diventerà la principale confidente della protagonista.
Anche in Paradise Kiss la Yazawa adotta uno stile "a bozzetto" per disegnare i suoi personaggi, ma questa volta con una vena più adulta.
Yukari presenta uno stile ordinario da studentessa delle superiori che si evolverà nel corso della storia, così come la sua personalità.
Miwako presenta un abbigliamento lolita con delle note fairy kei, in netta contrapposizione con quello del suo fidanzato Arashi, di ispirazione punk e visual kei.
Isabella presenta uno stile aristocrat tipico di fine anni '90, riconducibile allo stile Lolita e di estrazione vittoriana.
L'abbigliamento di Joji, infine, è ispirato al personaggio Brian Slade del film Velvet Goldmine di Todd Haynes (1999): un richiamo importante visto che Brian Slade dovrebbe rappresentare David Bowie, uno dei massimi esponenti del Glam Rock negli anni '70. Un riferimento che ancora una volta fa comprendere quanto Ai Yazawa sia stata influenzata dai trend occidentali di rivolta del secolo scorso, dove l'identità sessuale e la rottura con il paradigma dominante sociale e politico erano in primo piano.
NANA
Nana è forse l'opera più rappresentativa del genio creativo di Ai Yazawa, un manga josei che fino ad ora non ha mai visto fine ma che è diventato leggenda anche grazie all'anime e ai due film live action usciti nel 2006.
Le protagoniste sono Nana Osaki e Nana Komatsu, due ragazze con lo stesso nome che decidono di trasferirsi a Tokyo prendendo casa insieme. Nonostante i loro caratteri totalmente opposti, le due diventano migliori amiche. La narrazione segue le vicende delle loro vite e quelle dei personaggi di contorno, caratterizzati talmente bene da assurgere quasi a personaggi principali.
Si tratta del manga più adulto (sia come stile che come disegno) della Yazawa in cui viene trattato il tema del passaggio dell'adolescenza all'età adulta. Vengono affrontati problemi reali e non situazioni fantastiche o paradossali.
La trama è costellata da moltissimi temi: abbandono da parte dei genitori, morte, dipendenze (relazionali, ma anche da fumo e droghe), il nascere half (metà giapponese e metà statunitense, nel caso di Layla), bullismo, autodeterminazione, relazioni con differenza di età ma soprattutto relazioni complesse e tormentate.
In Nana vengono presentati continuamente legami sentimentali che vengono intrapresi più da sentimenti come gelosia ed invidia che non dall'amore. Tutti i personaggi sono profondamente umani caratterizzati da un grande spessore psicologico, e questo li rende incredibilmente realistici: il successo di questa serie sta soprattutto nel fatto che il lettore riesce a immedesimarsi in ciascuno di loro, empatizzando con loro.
La trama segue due filoni principali: la musica e la moda.
La musica ha un ruolo essenziale poiché gli stessi personaggi principali sono musicisti. Vengono messi in scena concerti, prove in studio, la ricerca della fama ed il mondo dello spettacolo.
La moda è il secondo cardine stilistico di Nana anche per i parallelismi che la Yazawa compie sapientemente, primo fra tutti il caso di Ren con Sid Vicious, il bassista dei Sex Pistols. Entrambi rappresentano l'archetipo del punk inglese e del nichilismo, sono ossessivi ed accomunati dalle dipendenze, nonché da un rapporto tossico con la propria metà (nel caso di Sid la relazione con Nancy lo porterà alla morte). Ren e Nana probabilmente non si amano davvero, la loro è più un'attrazione fatale. Nana forse è più innamorata dell'idea che ha di Ren, in fondo vorrebbe semplicemente essere una persona di successo come lui.
Gli abiti non sembrano più essere una maschera, una posa come nei lavori precedenti della Yazawa, ma più lo specchio della personalità e dello stile di vita. Oltre al punk, che qui è celebrato pienamente, viene citato anche lo stile ganguro di fine ed inizio millennio.
Punk
Per meglio capire e apprezzare l'enorme lavoro stilistico e di ricerca compiuto da Ai Yazawa bisogna fare un passo indietro e ripercorrere gli studi che lei stessa a suo tempo ha fatto. E' proprio nella storia della musica e della moda che l'autrice ha preso a piene mani ispirazione per caratterizzare le storie e i personaggi così apprezzati ancora oggi.
All'inizio degli anni '70 negli USA, per il loro stile di vita dissoluto, la band di punta era rappresentata dai New York Dolls (precursori glam rock) il cui manager era Malcom McLaren, marito di Vivienne Westwood. Durante gli anni successivi sulla East Coast (New York e Detroit) si sviluppò un nuovo genere che la critica musicale definì "punk" (come sinonimo di "scarsa qualità") per indicare più propriamente i "gruppi garage" e il loro pubblico.
McLaren, fervente studioso del situazionismo e dell'esistenzialismo, tornato da New York volle sperimentare in Inghilterra la creazione di una band punk applicando i principi di studio pregressi: nacquero così i Sex Pistols. Grazie all'ausilio dell'amico artista e grafico Jamie Reid che ne curò l'immagine, i Sex Pistols non furono in realtà una band nata in maniera casuale, ma un atto artistico studiato fin da principio.
Si trattò di un vero e proprio fenomeno social che, al contrario del punk statunitense, in Inghilterra sfociò nel nichilismo più estremo e nel disordine totale, cioè l'anarchia: i punk inglesi volevano rivendicare la propria provenienza dalla working class e avevano un'attitudine violenta (organizzavano risse durante i concerti a seguito del "pogo").
Nel 1977 i Sex Pistols pubblicarono God Save the Queen: McLaren organizzò una crociera sul Tamigi durante la quale la band avrebbe suonato il brano proprio davanti il palazzo del Parlamento in occasione del Giubileo della regina Elisabetta II. La barca fu intercettata e McLaren arrestato, ma questo evento diede una visibilità incredibile ai Sex Pistols.
Ma la fama del gruppo, impersonata dal batterista Sid Vicious, non durò a lungo proprio a causa della sua relazione con la groupie eroinomane Nancy Spungen. Mentre si trovavano negli States al Chelsea Hotel nel 1978, Sid trovò la ragazza morta accoltellata. Non seppe mai dare una spiegazione dell'accaduto dato che era drogato. Da lì a poco tempo Sid finì prima in coma e successivamente morì a 21 anni di overdose da eroina regalatagli dalla madre come premio per essere stato rilasciato su cauzione dopo l'arresto.
Vivienne Westwood
Se Malcom McLaren ha importato il punk in Inghilterra fondando la band di riferimento, Vivienne Westwood ne ha formalizzato l'estetica.
Insieme al marito nel 1971 aprì il negozio di abbigliamento Let it rock a King's Road (Londra), nome che cambierà insieme all'evoluzione artistica della stilista (ad oggi si chiama World's End). Durante il periodo del punk inglese il negozio fu ribattezzato SEX. Gli stessi Sex Pistols lo frequentavano per acquistare l'abbigliamento che, in un primo momento, si rifaceva allo stile teddy boy (trend precedente al punk e i cui vestiti vintage venivano venduti proprio nel negozio Let it rock). Nato dopo la Seconda Guerra Mondiale per mano dei sarti di Savile Row, questo stile imitava quello in voga durante l'epoca edoardiana.
Successivamente il look punk prese la connotazione estetica che conosciamo oggi, quella della violenza e della rivolta: indumenti strappati, sadomaso e fetish, con borchie, catene, pelle e svastiche, capelli rasati, spille da balia sul viso e collane con lucchetti o lamette al collo.
In occasione del Giubileo della regina Elisabetta avrebbe indossato la famosa maglietta raffigurante la regnante con le guance trafitte da spille da balia: circa dieci anni dopo, Vivienne apparirà su Vogue in un editoriale vestendo il ruolo di regina, del punk.
La carriera artistica di Vivienne Westwood è stata segnata da tappe fondamentali che aiutano a comprendere sia il suo enorme impatto sociale, sia l'influenza che ha avuto su vari artisti nel decennio successivo come Boy George, Visage e Duran Duran.
Pirate (1981) fu la prima sfilata della Westwood: dal negozio in cui vendeva abiti sadomaso per punk e prostitute la stilista entrò nel mondo dell'alta moda proponendo uno stile che ricordava i bucanieri, i dandy e i pirati. Da questa collezione ne scaturì un filone nuovo, il new romantic, che negli anni '80 ebbe la massima espressione.
Mini-Crini (1985) fu definita dalla stessa Westwood "cardinal change".
Il nome della collezione prendeva spunto dal mini crini, un modello di minigonna a campana di stampo vittoriano. Questa collezione era infatti uno studio sulla storia dell'Inghilterra e ne fecero parte anche le Rocking Horse shoes.
Tra il 1985 e il 1986 Vivienne Westwood partì per l'Italia per raggiungere l'amico stilista Elio Fiorucci e il World's End chiuse per circa un anno.
Durante quel periodo la Westwood si ritrovò a pensare a un tema che potesse fungere da collegamento tra passato e futuro. Ebbe così l'ispirazione svogliando delle riviste di astronomia in cui era riportato il pianeta Saturno con la descrizione dei suoi anelli. La stilista riprese il "Globo del sovrano d'Inghilterra" (creato per l'incoronazione di Carlo II nel 1661, oggi parte dei gioielli della corona) e vi aggiunse l'anello di Saturno. Dopo l'approvazione dell'amico e manager Carlo D'Amario l'orb diventò il logo della casa di moda, replicato in decine di varianti e aggiunto anche in modelli di gioielli creati successivamente, come l'armor ring.
Tornata in Inghilterra, la Westwood concepì un'altra collezione fondamentale della sua carriera: Harris Tweed (FW 1987-88). Introdusse per la prima volta il corsetto, non più come indumento intimo ma indossato come top. Probabilmente il pezzo più decorativo delle sue collezioni, di chiara ispirazione settecentesca ed impreziosito con stampe di dipinti dell'epoca - primo fra tutti Francis Baucher. Sarà uno dei pezzi più ricorrenti in tutte le collezioni degli anni '90. Lo storico modello presentato durante la sfilata fu l'iconico Statue of Liberty, liberamente ispirato a quello indossato ai tempi di Maria Antonietta a Versailles.
Oltre al corsetto fu introdotta anche la celebre Love jacket, una giacca tradizionale da caccia ricucita con sopra un cuore in velluto nero con un'anima interna per dare struttura, parodia dell'establishment, ed intesa anche come progressione stilistica da Mini-Crini in virtù dell'introduzione, a completamento dell'outfit, della criniscule: gonna realizzata in sei pannelli sostenuta internamente in modo da risultare strutturata.
Fun fact: la Love jacket viene indossata in una puntata de The nanny dalla protagonista Fran Fine.
L'estetica della Westwood durante gli anni '90 fu costellata dalla ripresa della storia dei reali inglesi e lo studio delle proporzioni solide degli abiti francesi del '700. Massimo fulgore di questa ricerca sono state le collezioni Anglomania (FW 1993) e Cafè society (SS 1994).
Della collezione Anglomania fecero parte le super elevated shoes che coi loro quasi 21 cm di altezza fecero cadere Naomi Campbell in passerella.
Un ultimo accessorio degno di menzione infine è la heart bag, declinata nel tempo in molteplici varianti.
L'influenza delle opere di Ai Yazawa, intrise dell'estetica della Westwood, ha suscitato un interesse enorme in patria. Nel 2014 presso LaForet ad Harajuku ha aperto Anglomania, il primo negozio di Vivienne Westwood in Giappone, meta di moltissimi appassionati.