BLACKPINK: Light up the sky
BLΛƆKPIИK: Light Up the Sky by Caroline Suh (2020)
Quando Netflix ha annunciato di aggiungere alla propria offerta un documentario sulle BLACKPINK ero molto contenta perché speravo in un approfondimento serio e senza censure sul mondo della musica sud coreana. Ma come quasi sempre accade su Netflix, in virtù della buona immagine da vendere e dei grandi giri di denaro che un prodotto di questo calibro muove, il documentario è risultato una enorme occasione perduta.
Ricco di qualunquismo e infarcito di stereotipi sul K-Pop, BLACKPINK: Light up the sky risulta un prodotto patinato impacchettato ad hoc per far sognare spettatori giovanissimi. Le BLACKPINK vengono rappresentate come quattro belle ragazze che con impegno e duro lavoro riescono a sfondare nel mondo della musicaDal training fino al debutto e poi esibizione a Coachella nel 2019 (è stato il primo gruppo sud coreano al mondo a parteciparvi).
Un documentario estremamente banale, il cui contenuto è sommario e le interviste senza alcun approfondimento
BLACKPINK: Light up the sky può però essere il punto di partenza per una riflessione importante su quello che è il business della musica pop sud coreana.
Le BLACKPINK e i BTS più di tutti rappresentano sia la punta di diamante della musica pop coreana, sia l'immagine brillante e vincente della Corea del Sud stessa, la cui economia ha raggiunto un'importanza globale nell'arco di pochi anni.
Il K-pop sembrerebbe di fatto lo strumento tramite il quale la Corea del Sud ha esportato una determinata immagine di sé, attirando sempre più giovani in tutto il mondo.
ORIGINI DEL K-POP
Col termine "k-pop" ci si riferisce alla musica popolare coreana, un genere ibrido che ha inizio alla fine del 1800, quando le canzoni occidentali venivano trascritte in coreano: questo legame con l'estero sarà fin dall'inizio una costante del pop sud coreano. Negli anni '50, dopo la Guerra di Corea, i contatti costanti con gli USA risultarono fondamentali ai fini dell'assorbimento della cultura statunitense.
Alla fine degli anni '80 con la revoca da parte del governo delle restrizioni sui viaggi all'estero, una maggiore libertà politica e un sensibile aumento del potere d'acquisto, i coreani cominciarono ad acquistare parabole satellitari che li espongono massicciamente ai prodotti mediali esteri.
Gli anni '90, di contro, furono caratterizzati dalla una grossa crisi finanziaria asiatica che culminò nel 1997: in questo contesto si ebbe l'intuizione di volere investire nel mercato dell'intrattenimento, con tanto di contributo da parte dello stato e relativa estensione del progetto anche all'interno delle scuole.
Nacque così uno dei più grossi colossi dell'industria discografica, la SM Entertainment, in un mercato musicale rivolto principalmente agli adolescenti dove gli artisti coreani ricalcavano stili musicali, balletti e coreografie del rap e l'hip hop (di stampo statunitense) e il trend dell'Eurobeat.
Nel 1996 gli H.O.T. furono il primo caso di idol nel pop coreano - il termine "idol" veniva già usato in Giappone (アイドル aidoru) negli anni '60; il 9 ottobre 1999 venne utilizzato per la prima volta il termine "K-pop" da parte di Cho Hyun-Jin per tradurre in un articolo la parola "gayo" (termine con cui prima ci si riferiva alla musica popolare coreana) ma, più probabilmente, per contrastare e distinguere la musica pop coreana da quella giapponese, il J-pop.
Il pop giapponese, nonostante l'enorme riscontro in patria, non riuscì mai riuscito ad avere successo fuori dai propri confini così come il K-pop perché la musica giapponese non si era mai occidentalizzata come quella coreana, restando di fatto una realtà pressoché circoscritta.
Il K-pop diventò così una subcultura di portata globale, tanto da essere considerato nel 2019 come il sesto mercato musicale più grande al mondo.
Con l'avvento dei '00 le agenzie musicali vennero quotate in borsa e il K-pop si diffuse negli altri paesi asiatici, negli USA e in Europa grazie all'emigrazione di molti sud coreani. La crescente economia coreana, insieme alla partecipazione della Corea del Sud intesa come industria culturale, lo sviluppo dei social media e il Campionato mondiale di calcio Corea del Sud-Giappone 2002 portarono il K-pop ad apparire nelle classifiche musicali occidentali.
Nel 2012 la consacrazione: il video Gangnam Style, celebrazione dello stile di vita edonistico dei nuovi ricchi coreani, del rapper Psy raggiunse per la prima volta al mondo 1 milione di visualizzazioni su YouTube - Gangnam è il distretto di Seoul dove si concentra il più alto tasso di ricchezza e benessere della città, sede di banche e della finanza ma anche residenza di molte celebrità.
Le BLACKPINK entrarono nel mercato musicale statunitense e nel 2017 i BTS furono il primo gruppo sud coreano al mondo a vincere un Billboard Music Award e un American Music Award. I BTS ad oggi sono equiparati ai Beatles e la loro enorme influenza considerata al pari della Beatlemania.
ESTETICA E MARKETING
Se i primi idol degli anni '90 erano caratterizzati da uno stile hip-hop e omologante, nei '00 sono eterogenei. Dal 2010, infatti, non sono considerati come semplici cantanti e ballerini ma veri e propri marchi: per ognuno di loro, anche all'interno dello stesso gruppo, si sceglie uno stile ben definito e riconoscibile. Al gruppo si dà un concept, un tema visivo e musicale preciso e si stipulano numerose collaborazioni con le maggiori case alta moda.
Il ballo e le coreografie (derivanti dalla breakdance) sono parti fondamentali del design del gruppo, per certi versi molto più della musica stessa che devono ricalcare.
I singoli vengono lanciati nelle televisioni nazionali, anticipate da un teaser e un trailer su YouTube. Poi si passa alla promozione di un paio di canzoni ("title song") e si va in pausa per qualche mese (in cui si registra il nuovo anno) prima di tornare sulla scena con le attività promozionali ("comeback").
Ragazzi e ragazze devono essere molto magri e alti, con il viso leggermente allungato e una pelle bellissima. La vera differenza, anche rispetto al panorama occidentale, la fanno i maschi: look androgino, delicato, quasi femmineo con pose ed espressioni carine.
Per quanto riguarda le ragazze, col tempo si è assistito a una costante sessualizzazione (anche delle minorenni). Se negli anni '90 le ragazze avevano un look innocente, adesso indossano vestiti succinti, ballano in maniera provocante e hanno atteggiamenti sensuali.
SUPERLAVORO
La strumentalizzazione del corpo femminile è solo la punta dell'iceberg dei problemi che stanno alla base della spessa facciata del K-pop.
Nonostante le case di produzione abbiano da sempre cercato di vendere un immagine brillante di questo mondo, grazie a YouTube e i social network sono stati diffusi alcuni video inquietanti di idol che letteralmente cadono per terra, svenuti per la stanchezza. Non poche persone si erano chieste come facessero questi ragazzi a ballare in modo così perfetto, allenarsi per tante ore ed essere estremamente magri. Così è venuto allo scoperto il superlavoro: è il termine che indica il periodo di allenamento massacrante (training) al quale i ragazzi che entrano in una agenzia (i trainee) devono sottostare da contratto.
Si comincia tra gli 11 e i 13 anni e si vive all'interno di dormitori con gli altri trainee. Generalmente tutte le agenzie garantiscono vitto e alloggio. La mattina la sveglia è alle 06:00 e ci si allena tutto il giorno fino alle 22:00 (spesso però si continua fino a notte fonda). Le classi comprendono ballo, canto, dizione, musica, coreografia e lingua straniera. Lo scopo finale delle scuole è la "concept coreography": testo, musica, costumi e danza sono uniti in una esibizione che ha lo scopo di raccontare una storia. E per raggiungere questo obiettivo ci vogliono ore e ore di allenamento massacrante, per anni, senza interruzioni o distrazioni: da contratto le agenzie vietano tassativamente l'uso dei social network o cellulare, relazioni sentimentali e l'espressione di opinioni politiche.
Anche la dieta è un aspetto fondamentale: i trainee vengono costantemente pesati e molti di loro, divenuti famosi, ricordano quei momenti come i più stressanti (c'è chi ha confessato di tagliarsi il più possibile le unghie per pesare meno o di tagliarsi i capelli, fin quando l'agenzia ha vietato anche questo). Su internet è possibile trovare assurde diete che portano all'anoressia, come il mangiare un solo cetriolo al giorno, mangiare ciò che può essere contenuto dentro un bicchiere di plastica o masticare cubetti di ghiaccio per non soffrire la fame.
Quasi tutti i contratti prevedono inoltre che i ragazzi si sottopongano a chirurgia plastica (in Corea del Sud è una pratica consolidata e incentivata), pena l'esclusione dalla scuola senza però assumersi responsabilità in caso di un intervento andato male - non è quindi un caso che tutti questi cantanti abbiano visi e corpi simili, quasi irreali.
Insomma, la completa negazione delle libertà personali e di pensiero in virtù di una disciplina rigorosissima. E nonostante tutti questi sacrifici è stato calcolato che solo lo 0,1% dei trainee arriva al debutto. Le agenzie, dal canto loro, sostengono che questo allenamento serve a temprare i ragazzi, a prepararli alla vita da idol. Ma se un trainee capisce di non volere continuare e decide di mollare prima del debutto deve pagare una penale altissima, mentre l'agenzia è libera di lasciare a casa un ragazzo se non lo reputa abbastanza bravo o all'altezza.
STRESS MENTALE
Pochissime ore di sonno, impossibilità di vivere una vita normale come i propri coetanei (molti sono costretti a lasciare la scuola perché non hanno tempo di frequentarla), invasione costante della privacy, questi sono tutti problemi che i trainee conoscono bene: quasi tutti soffrono di depressione e alcuni di loro sviluppano tendenze autolesioniste e suicide. Molte agenzie sono state quindi costrette ad assumere psicologi per cercare di contenere il problema.
IL K-POP NON E' REALE
I detrattori del K-pop hanno portato avanti una serie argomentazioni per screditare questo fenomeno di enorme successo.
La tesi più utilizzata è quella che descrive il K-pop come un genere nato in maniera non naturale ma una etichetta creata ad hoc per promuovere la Corea del Sud in scala globale ma che di fatto non ha alcun legame con l'identità nazionale coreana - ad esempio, molti testi delle canzoni sono in lingua inglese e non coreana, facendo così "appropriazione culturale".
Il K-pop, quindi, esisterebbe solo per una funzione puramente commerciale, per vendere determinati prodotti e promuovere una certa immagine nazionale (vincente, potente e competitiva), seguendo le tendenze del pubblico globale.
Le agenzie sono viste come fabbriche di idol, personaggi stereotipati tutti uguali che cantano e ballano come robot.
La "perfezione" (termine da prendere con le pinze) che questi ragazzi raggiungono con questa preparazione militare è davvero impressionante, a scapito dell'annullamento della loro personalità e senza nessuna certezza di successo.
Il mondo occidentale ha da sempre "sfornato" giovani talenti che sono stati venduti in scala globale per dare una immagine calibrata della propria idea di nazione: gli USA (a cominciare dagli anni '80) e l'UK (soprattutto nei '90) hanno fatto scuola. Sono le nazioni che hanno concretizzato la musica pop in termini di band con determinati valori costruite a tavolino per un'audience di adolescenti per promuovere se stesse in tutto il mondo: Take That, Spice Girls, Backstreet Boys, Blue, Five sono solo alcuni dei tanti gruppi che facevano impazzire i giovanissimi incollati a MTv.
Abbandonato lo stile "genio e sregolatezza" tipico degli anni '70 (anche a quel tempo, comunque, era tutto pilotato), le grandi etichette hanno iniziato a standardizzare e stereotipare gli artisti da promuovere. Prima cantanti singoli (come Madonna o prima ancora Cher) e poi i gruppi, suddivisi tra boy band e girl band - come avviene in Corea del Sud oggi.
Una volta che gli artisti raggiungono una età anagrafica fuori target le agenzie sono costrette o a sciogliere il gruppo o a dare un nuovo corso alla sua carriera: parte così la sessualizzazione soprattutto delle donne, con relativa strumentalizzazione del loro corpo. Britney Spears e Hannah Montana ne sono due esempi. Ma lo stesso accade alle dive del cinema, come Jennifer Lawrence o Emma Watson: da uno scandalo osé (pilotato) quelle che un tempo erano ragazzine innocenti diventano donne consapevoli e sensuali.
Altre volte ancora, le artiste in America vengono "messe in pausa" dopo quello che potrebbe essere la variante del superlavoro coreano, un crollo mentale e fisico, come nel caso di Britney Spears nel 2007 e Lady Gaga nel 2013 (la stampa ha riportato che l'artista si era rotta un'anca).
Forse il mondo della musica statunitense non è così diverso in fin dei conti da quello sud Coreano (la vita di Michael Jackson rappresenta forse l'esempio più triste e chiaro) così come anche quello del cinema (sulla storia degli attori di Hollywood bisognerebbe aprire un capitolo a parte).
SCANDALO DEL BURNING SUN
Il 28/1/2019 MBC Newsweek riportò una notizia di aggressione da parte di uno dei dipendenti del Burning Sun (celebre club di Gangnam) ai danni del cantante Kim San-Kyo.
Uno dei direttori esecutivi del locale era Seungri, il cantante del famoso gruppo Big Bang, particolarmente amato dal pubblico e già ricco e potente tanto da sostenere di volersi ritirare dalla scena a soli 28 anni. Si trattò fin da subito un personaggio chiave in questa storia perché proprio da lui partì una serie di indagini a tappeto che portò alla luce delle verità agghiaccianti.
Seungri si scusò pubblicamente il 2/2/2019 per l'aggressione nel locale, sebbene dichiarò di non essere stato presente durante l'accaduto. Ma da quel momento la polizia iniziò a scavare nella sua vita: scoprì di aver procurato escort per vari investitori e venne sospettato di essere cliente abituale di casinò a Las Vegas col fondatore ed ex presidente della YG Entertainment (una delle agenzie più importanti) dal 2013 al 2016 - secondo la legge vigente in Corea del Sud il gioco d'azzardo è illegale anche se registrato fuori dai confini nazionali.
Dopo le accuse di corruzione sessuale, l'11/3/2019 Seungri si dimise dall'industria dell'intrattenimento e il giorno successivo fece altrettanto il cantante Jung Joon-Young dopo avere ammesso di avere ripreso di nascosto rapporti sessuali e di avere poi condiviso i video senza il consenso delle donne - verrà poi trovato un video che lo ritrae mentre stupra una donna incapace di reagire.
Il mondo della musica venne messo sotto inchiesta e la polizia trovò chat di gruppo gestite da celebrità su Kakao (l'equivalente del nostro Whatsapp) risalenti al 2015 e 2016 in cui venivano scambiati video sessuali registrati senza consenso da parte delle donne e in cui le stesse venivano commentate in modo volgare e violento. Questa scoperta ebbe un impatto enorme sia mediatico che politico: il presidente Moon Jae-in ordinò un'indagine approfondita che colpì il vice ministro della giustizia KIm Hak-Ui: già accusato di stupro da diverse donne nel 2013, saltarono fuori i video delle violenze in cui lui stesso compare. Venne inoltre scoperta la lettera lasciata dall'attrice Jang Ja-Jeon prima di suicidarsi, nella quale affermava di essere stata abusata da alcuni membri della sua agenzia.
A novembre 2019 le persone coinvolte nello scandalo del Burning Sun vennero condannate al carcere oltre ad avere il divieto per dieci anni di lavorare con o vicino a minori: durante la sentenza il giudice giudicò aspramente il modo in cui i condannati avevano agito contro le donne, obbligandoli a partecipare alla terapia per assalitori sessuali. Venne anche condannato un ex poliziotto per avere accettato 20 milioni di won per insabbiare le indagini sul caso di una minorenne che sosteneva di essere stata stuprata nel club.
L'intero settore dell'intrattenimento subì una scossa pesantissima, così come i club notturni di Gangnam, Hondae e Itawon.
CRONACA NERA
Dallo scandalo del Burning Sun, teatro di corruzione, sfruttamento della prostituzione, traffico e abuso di stupefacenti (in Corea del Sud sono illegali), molte donne iniziano a denunciare molestie subite e le televisioni di tutto il mondo iniziano a parlarne, seppur timidamente. Ma non tutti ebbero la capacità di reagire allo stesso modo, soprattutto i trainee.
Il 24 febbraio 2015 la trainee Ahn So Jin si suicidò a soli 22 anni buttandosi dal decimo piano di un palazzo dopo un mese dalla cessazione del suo contratto con l'agenzia discografica.
Il 18 dicembre 2017 Kim Jong-Hyun, cantante principale degli Shinee, depresso da molto tempo, si suicidò a 27 anni a Gangnam. A questo artista era molto legata la famosissima cantante, modella e attrice Sulli, trovata morta dal suo manager nella sua casa di Seoul il 14 ottobre 2014, a 25 anni. La sua morte ha avuto un impatto mediatico enorme. Sulli era una star molto discussa, soprattutto dopo il suo debutto nelle f(x) - uno dei gruppi K-pop più famosi in tutto il mondo. Eccentrica, in prima linea per i diritti delle donne, Sulli era una sostenitrice del movimento "no bra" (in diverse occasioni si presentò in pubblico senza reggiseno) e della libertà di scelta sull'aborto (ancora illegale in Corea del Sud) - prese di posizione che hanno generato numerose critiche da parte dei suoi stessi fan, svelando di fatto la profonda contraddizione della modernissima Corea del Sud, ancora di fatto ancorata alla matrice conservatrice e patriarcale.
Una volta scoperta la sua relazione col cantante Choiza i social sono stati costantemente inondati da messaggi di odio e commenti falsi durante tutto il loro rapporto pubblico, tanto che Sulli decise di prendersi una pausa a causa di un forte esaurimento mentale e fisico. Proprio la depressione causata dal cyberbullismo avrebbe spinto la ragazza a togliersi la vita. Durante le indagini dopo la sua morte è emerso che la ragazza aveva ripetutamente chiesto alla sua agenzia di adottare misure più forti contro i commenti di odio online.
Da quel momento, la politica ha cercato di cambiare le norme con cui i commenti possono essere scritti sui social, in modo che bisogna scrivere il proprio nome e cognome. Nel 2018 Kakako ha poi annunciato di impegnarsi nel disabilitare progressivamente i commenti alle notizie riguardanti lo spettacolo.
Il 24 novembre 2019 venne trovata morta l'attrice e cantante Goo Hara, a 28 anni, nella sua casa di Gangnam. Migliore amica di Sulli, anche lei era stata vittima di cyberbullismo: già a marzo aveva tentato il suicidio dopo essere stata ricattata dal suo ex fidanzato di pubblicare un video intimo e la sua agenzia aveva sciolto il contratto.
Il 3 dicembre 2019 Cha In Ha, 27 anni, attore e cantante dei SURPRISE U, venne trovato morto nella sua abitazione a Gangnam dal suo manager e il 6 giugno 2020 a 28 anni si suicida Yohan dei TST.
Ho inserito solo un numero ristretto di casi cronaca nera, alcuni dei più discussi, quelli che rendono l'impero discografico sud coreano un fiume di fango.
Ma proprio ad eccezione delle testate che riportano i fatti di cronaca, nessuno fin ad ora si è mai preso l'impegno di testimoniare a livello giornalistico e obiettivo la realtà di questo mondo generatore di sogni. Se ne ricava un racconto assorbito dall'audience senza alcun filtro critico ma anzi, i giovani sono disposti a tutto pur di partecipare alle audizioni, che anno dopo anno registrano sempre più candidati.