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Gucci, Alessandro Michele e l'Asia

Che i mercati asiatici siano da sempre stati interessati alla moda italiana perché sinonimo di eccellenza questo è un dato di fatto da molto tempo. Quello a cui non siamo probabilmente abituati è pensare a un brand occidentale in grado di sapersi installare perfettamente dentro contesti culturali molto diversi (Occidente e Oriente) sapendo incontrare un pubblico di riferimento che travalica qualsiasi tipo di differenza.

Poche rivoluzioni nella moda hanno avuto la potenza di potare a cambiamenti radicali investendo la società e la sessualità come Gucci o, per essere più corretti, Alessandro Michele.

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Alessandro Michele con sua sorella e sua cugina da piccoli | © vogue.it

Parlare di Alessandro Michele e del suo lavoro, del suo discorso filosofico, è un'impresa titanica. In questo articolo io mi limiterò a scrivere delle influenze che ha saputo raccogliere e trasformare riguardo all'Asia e di come la sua visione iconoclasta abbia cambiato il modo di comportarsi del mercato della moda italiano nel contesto dell'Estremo Oriente.

Negli ultimi anni Lallo (così come originariamente era possibile trovarlo su Instagram) è stato citato da tutti: persone più o meno famose, intellettuali, gente comune e no. Questo perché la sua rivoluzione di costume non ha potuto lasciare indifferente proprio nessuno.

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Alessandro Michele | © pinterest.com

Alessandro Michele è nato a Roma nel 1972. Dopo avere studiato alla Accademia di costume e moda per diventare scenografo, ha lavorato per Les Copains e alla fine degli anni '90 ha affiancato Karl Lagerfeld da Fendi.

Nel 2002 Tom Ford (allora direttore creativo di Gucci) lo ha chiamato a Londra per occuparsi degli accessori della maison. Nel 2006 è diventato senior designer di Gucci, nel 2011 associate director del direttore creativo Frida Giannini e nel 2014 direttore creativo di Richard Ginori (marchio fiorentino di porcellane acquisito da Gucci nel 2013).

Nel 2015 Marco Bizzarri (nuovo ceo del brand) lo ha nominato direttore creativo di Gucci, dandogli una sola settimana per organizzare lo show della collezione uomo. Il mese successivo ha proposto la sua prima collezione donna, rompendo tutti gli schemi e innescando la rivoluzione dell'intero sistema moda.

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Gucci 2015 | © pinterest.com

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Gucci 2015 | © vogue.com

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Gucci 2015 | © vogue.com

Fino all'ultima collezione di Frida Giannini, Gucci si è abbarbicato sull'estetica "sick" apportata dal texano Tom Ford negli anni '90. Se Alessandro Michele ha stravolto (in positivo) le sorti di una brand in forte crisi nel 2015, bisogna dire che Tom Ford ha fatto lo stesso ai suoi tempi, salvando Gucci dalla bancarotta. Il suo stile americano anni '70 (che richiama in tutto e per tutto Roy Halston) basato su un'estetica sofisticata, fatta di feste di aristocratici snob abbronzati ed eccessivamente magri, è stata resa ideale grazie alle collaborazioni con Carine Roitfeld e Mario Testino, che hanno prodotto storiche campagne pubblicitarie anche molto controverse.

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Roy Halston | © pinterest.com

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Roy Halston | © pinterest.com

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Roy Halston | © pinterest.com

Tom Ford Gucci cookingwiththehamster
Tom Ford - Gucci | © pinterest.com

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Tom Ford - Gucci | © pinterest.com

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Tom Ford - Gucci | © pinterest.com

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Tom Ford - Gucci | © pinterest.com

Frida Giannini Gucci cookingwiththehamster
Frida Giannini - Gucci | © pinterest.com

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Frida Giannini - Gucci | © pinterest.com

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Frida Giannini - Gucci | © pinterest.com

Tutto questo sistema, strettamente collegato ad un determinato ideale e stile di vita, è stato poi ereditato da Frida Giannini, che ha continuato a riproporlo negli anni, privato di quell'allure efficace di Tom Ford. Collezioni tutte uguali, monotoni, noise e banali sono state spazzate via con un colpo di spugna nel 2015 da Alessandro Michele. Egli ha sempre dichiarato di nutrire un grande rispetto per Tom Ford. D'altronde, non a caso, entrambi sono accomunati da una potenza creativa pervasiva come pochi altri designer delle loro generazioni. Lallo, a mio avviso, riconosce il peso valoriale del suo grande predecessore, omaggiandolo con la collezione Fall 2021 per i 100 anni di Gucci.

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Gucci Fall 2021 | © vogue.com

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Gucci Fall 2021 | © vogue.com

Alessandro Michele Gucci cookingwiththehamster
Alessandro Michele - Gucci | © pinterest.com

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Alessandro Michele - Gucci | © pinterest.com

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Alessandro Michele - Gucci | © pinterest.com

Fin dalla prima collezione, Gucci presenta uno scenario disarmante, freddo e scarno, con modelli e modelle androgini. Alessandro Michele ha fondato il suo nuovo sistema valoriale, complesso, preciso e barocco.

Egli si è definito "un frullatore che rielabora tutto ciò che vive", sostenendo che i vestiti non hanno un senso fuori dal loro contesto storico e che sono un modo di interpretare e raccontare sia la modernità, sia noi stessi. Il suo è un mosaico di riferimenti nei secoli e nei gusti (o nella mancanza di gusto), le sue influenze e la sua cifra stilistica spaziano tra alieni, arte, musei, cinema, teatro, vita quotidiana, personaggi storici, serie televisive, cultura pop, scene musicali, religioni, tecnologia, vintage, botanica e i molteplici motivi propri dell'archivio Gucci. Mischia e rielabora epoche e culture in quello che il filosofo Gilles Deleuze definiva "assemblage". Alessandro Michele mescola presente e passato, maschile e femminile in un Rinascimento dai toni drammatici, dove "dramma" deriva dal greco e significa intreccio narrativo compiuto e destinato alla rappresentazione teatrale.

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Gucci Fall 2016 | © vogue.com

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Gucci Spring 2017 | © vogue.com

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Gucci Spring 2017 | © vogue.com

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Gucci Fall 2019 | © vogue.com

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Gucci Fall 2019 | © vogue.com

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Gucci Fall 2020 | © vogue.com

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Gucci Fall 2020 | © vogue.com

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Gucci Fall 2020 | © vogue.com

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Gucci Fall 2020 | © vogue.com

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Gucci Pre-Fall 2022 | © vogue.com


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Gucci Pre-Fall 2022 | © vogue.com

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Gucci Pre-Fall 2022 | © vogue.com

Il suo modus operandi è un lapalissiano esempio di "détournement", ovvero "situazionismo", il movimento filosofico, sociologico e artistico marxista-libertario con accenni anarchici che affonda le proprie radici nelle avanguardie di inizio '900 (questo movimento è stato alla base della creazione dei Sex Pistols, come ho scritto qui). Esso si differenzia dal "citazionismo", come invece potrebbe sembrare l'opera di Alessandro Michele poiché, in accordo con Guy Debord, il nuovo nasce dalla distruzione e dal riassemblaggio di ciò che esiste già. L'identità può essere contraddittoria, il passato ottiene così una nuova possibilità di esistere.

Alessandro Michele è un pioniere che si pone nella posizione cruciale tra cultura, design e arte. La sua cifra stilistica è intrisa di kitsch e di camp. Il kitsch riguarda oggetti presuntamente artistici ma di cattivo gusto, caricati di sentimentalismo e patetici, cioè un'imitazione superficiale dell'arte. Il camp, invece, è l'uso consapevole e sofisticato del kitsch nell'arte, nell'abbigliamento e negli atteggiamenti.

La filosofa Susan Tang è stata la prima ad esaminare la sensibilità camp in Occidente negli anni '60, procedendo con un parallelismo tra la rivoluzione sessuale e la progressiva legittimazione dell'omosessualità.

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Gucci Spring RTW 2020 | © vogue.com

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Gucci Spring RTW 2018 | © vogue.com

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Gucci Spring RTW 2020 | © vogue.com

Osservare ogni collezione di Alessandro Michele per Gucci (le quali sono un continuum ed è difficile differenziarle tra loro) significa ragionare sul sesso e sul significato di genere. Fin dalla collezione del 2015 il sesso (così come lo intendiamo in senso lato) è sparito: il costrutto basato sul glamour e l'ostentazione di una "perfezione" costruita nell'arco di oltre dieci anni a partire da Tom Ford viene demolita facendo spazio al reale. Nessuno è mai veramente pronto alle collezioni e alle idee di Alessandro Michele, questa è una costante che accompagna da sempre qualsiasi sua iniziativa.

Alla base di questa rivoluzione sessuale fluida e androgina vi sono (tra le numerose fonti) la New Masculinity, gli scritti di Paul Preciado e gli studi degli anni '50 del sessuologo John Money, colui che ha coniato il termine "genere" differenziandolo dal "sesso". Con "genere" egli indica l'appartenenza di un individuo a gruppi culturalmente riconosciuti come maschile e femminile. Entrambe le categorie presentano determinate aspettative culturali e sociali, compresi i ruoli da assumere e come ci si deve presentare nella società. Per la maggior parte delle persone il genere combacia con le aspettative culturali e sociali del sesso con cui si nasce: di fatto, quindi, il genere è puramente un costrutto sociale.

Alessandro Michele si interroga e indaga cosa sia il genere per la Generazione Z e la risposta la trova nella "fluidità" e la conseguente realizzazione di capi di abbigliamento non-binari e genderless.

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Gucci Resort 2019 | © vogue.com

Il contesto culturale asiatico presenta una fluidità di genere a livello estetico che potremmo definire "moderna", nel senso che per ragioni storiche, sociali e culturali l'idea che un uomo possa mostrare delle caratteristiche che in Occidente definiremmo femminee o eteree è qualcosa non solo di largamente accettato, ma anche incentivato (ne ho parlato qui a proposito dell'evoluzione dell'estetica in Corea del Sud e del relativo mercato del beauty). Alla base dell'enorme successo delle collezioni di Gucci in Asia vi è sicuramente anche questo fattore.

Molte collezioni di Alessandro Michele sono state influenzate dall'orientalismo, termine usato dagli storici dell'arte e dai letterari per definire l'imitazione o la rappresentazione di aspetti delle culture dell'Asia in opere occidentali.

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Gucci Spring 2018 | © vogue.com

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Gucci Fall 2017 | © vogue.com

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Gucci Fall 2017 | © vogue.com

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Gucci Fall 2016 | © vogue.com

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Gucci Fall 2016 | © vogue.com

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Gucci Spring 2017 | © vogue.com

Già nel 2013 Frida Giannini aveva tentato di ampliare il mercato del brand in Giappone con una mostra presso lo showroom di Firenze di Hiroiko Araki. Tra i vari pezzi esposti, alcune illustrazioni riguardanti la celebre serie JoJo's Bizarre Adventures: "Jolyne, Fly High with Gucci" è la storia ispirata dalla linea Cruise 2013.

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Jolyne Fly High with Gucci | © pinterest.com

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Jolyne Fly High with Gucci | © pinterest.com

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Jolyne Fly High with Gucci | © pinterest.com

Nel 2016, a solo un anno dall'insediamento di Alessandro Michele, apre il Gucci Garden nel Dover Street Market di Ginza, caratterizzato dal motivo Flora.

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Gucci Garden - Ginza | © pinterest.com

Nello stesso anno, egli ha chiesto a quattro artisti (Chiharu Shiota, Daito Manabe, Mr. e Trouble Andrew) di "creare una stanza" ispirata all'universo del brand. Così è nato Gucci 4 Rooms, un insieme di opere visibili su un mini sito web.

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Gucci 4 Rooms | © pinterest.com

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Gucci 4 Rooms | © pinterest.com

La visione così dirompente di Alessandro Michele ha portato alcuni artisti a ri-mescolare il suo immaginario con quelli di altri autori, creando così nuove narrazioni. Un esempio è quello dell'artista di San Francisco Eastwood Wong, il quale ha vestito Sailor Moon con gli abiti di Gucci della collezione Spring 2016: essendo lei il suo personaggio preferito degli anni, ha ritrovato le doti di forza, indipendenza e carisma negli abiti di Lallo.

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Sailor Moon in Gucci by Eastwood Wong | © pinterest.com

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Gucci Spring 2016 | © pinterest.com

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Sailor Jupiter in Gucci by Eastwood Wong | © pinterest.com

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Gucci Spring 2016 | © pinterest.com

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Sailor Mars in Gucci by Eastwood Wong | © pinterest.com

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Gucci Spring 2016 | © pinterest.com

Per la Fall/Winter 2017, Alessandro Michele si sarebbe a sua volta rivolto a John Galliano per Dior per alcuni look. Uno in particolare riprende la chinoiserie del XVII e del XVIII secolo e i motivi del giapponismo e Fin de siècle, come è possibile vedere nella scelta dell'enorme ombrello parasole - un soggetto che Galliano a sua volta avrebbe preso dall'artista degli anni '20 Maria Lani.

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Gucci Fall 2017 | © vogue.com

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Dior 2011 | © pinterest.com

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Maria Lani | © pinterest.com

Il 2018 è stato sicuramente uno degli anni più significativi per la maison: la narrativa di Alessandro Michele ha compiuto ulteriori passi avanti nella sua significazione, oltre alle numerose collaborazioni con brand e artisti.

Per la Pre-fall 2018 Gucci ha collaborato con Vogue per la realizzazione di un servizio fotografico con sei famiglie cinesi ritratte in scene di vita quotidiana a Shanghai. Gucci ha iniziato a creare capi di abbigliamento dedicati solamente al mercato asiatico, avendo difatti gli asiatici una conformazione del corpo diversa da quegli occidentali, oltre ad accogliere un'estetica molto più fluida.

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Gucci - Vogue | © pinterest.com

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Gucci - Vogue | © pinterest.com

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Gucci - Vogue | © pinterest.com

La collezione Fall/Winter 2018 è stata ispirata dal libro Manifesto cyborg (1984) della scrittrice Donna Haraway. In uno scenario "chirurgico" i modelli si aggirano con teste mozzate sotto il braccio, come fossero pezzi di un loro avatar. La collezione, che ha creato molta indignazione, è la metafora di un processo trans-umano e su come le persone costruiscono la propria identità attraverso la tecnologia (Hollywood, Instagram, Netflix, serie televisive). Per quanto disturbante possa apparire, Alessandro Michele non ha inteso questo processo in negativo, bensì come la possibilità di liberarsi dai confini naturali in cui siamo nati.

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Gucci Fall 2018 | © vogue.com

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Gucci Fall 2018 | © vogue.com

Tra i vari look spicca il personaggio Natalia di Viva! Volleyball, il manga di Chikae Ude pubblicato nel 1968.

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Gucci Fall 2018 | © vogue.com

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Gucci | © pinterest.com

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Viva! Volleyball | © pinterest.com

I riferimenti al mondo dell'Asia (cappelli a pagoda e pigiami cinesi) sono ripresi dalla Fall/Winter 2016, collezione in cui è stato presentato il vestito che richiama il qipao e che è stato indossato da Melania Trump in occasione di un importante incontro diplomatico insieme a Donald Trump, il presidente Xi Jiaoping e la moglie Peng Liyuan.

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Gucci Fall 2016 | © vogue.com

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Gucci - Melania Trump | © quotidiano.net

In concomitanza del Capodanno cinese e del Festival di Qizi (il San Valentino cinese) Gucci ha realizzato una collezione speciale in onore dell'anno del cane: 63 capi di abbigliamento e accessori presentavano i Boston Terrier di Alessandro Michele.

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Gucci | © pinterest.com

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Gucci | © pinterest.com

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Gucci | © pinterest.com

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Alessandro Michele | © pinterest.com

Sempre nel 2018 Gucci ha collaborato con Comme des Garçons. Insieme hanno realizzato e presentato a Ginza una borsa modello shopper in carta artigianale marrone o nera racchiusa in pvc e impreziosita da una banda verde-rosso-verde.

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Gucci - Comme des Garçons | © pinterest.com

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Gucci - Comme des Garçons | © pinterest.com

Per la campagna Cruise "Roman Rhapsody" Alessandro Michele sceglie tra i vari testimonial Silvia, icona della ristorazione cinese della capitale. Originaria del Zhejiang (regione cinese da cui è partita la famosa diaspora degli anni '80, ve ne parlo qui), Silvia ha intrapreso una carriera nella ristorazione all'inizio degli anni '90 presso il ristorante sino-italiano Hang Zhou di proprietà dello zio. Nel corso degli anni Silvia ha reso il ristorante una meta certa per i clienti italiani, ha ampliato il menù e ha poi acquistato il locale nel 2001, facendolo entrare nella prestigiosa guida Gambero Rosso (è stato il primo ristorante cinese in Italia ad avere ottenuto questo riconoscimento).

Nel 2016 Silvia è stata inoltre protagonista del documentario Strane straniere diretto da Elisa Amoruso.

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Sonia Zhou in Gucci | © La Repubblica

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Sonia Zhou | © Roma corriere

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Sonia Zhou | © La Repubblica

Nel 2020 è apparso online un lookbook disegnato da Eiichiro Oda con i personaggi di One Piece indossando look della collezione Fall/Winter 2000. Monkey D. Rufy e Roronoa Zoro mostrano fieri borse Jackie, valigie, cappotti e accessori monogram.

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Gucci - One Piece | © pinterest.com

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Gucci - One Piece | © pinterest.com

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Gucci - One Piece | © pinterest.com

Lo stesso anno viene presentato il progetto "No space, Just a place Eterotopia" a Seoul. L'obiettivo è quello di sostenere il paesaggio culturale e artistico contemporaneo della capitale della Corea del Sud.

Attraverso le opere di alcuni artisti (tra i quali Sunsil Ryu e Jun Hyerim) si vuole fondare una nuova prospettiva dello "stare insieme", un'idea di spazi alternativi come luogo utopico toccando tematiche queer e di identità minoritarie. Una riflessione di Alessandro Michele sulla società attraverso la sua visione estetica radicale.

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No space, just a place | © pinterest.com

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No space, just a place | © pinterest.com

Il 2021 ha visto invece il Giappone protagonista del mondo Gucci.

Il 28 ottobre 2021 ha aperto a Tokyo il Gucci Osteria curato da Massimo Bottura, situato all'ultimo piano del flagship store Gucci Namiki a Ginza.

Il menù presenta i piatti tipici della Gucci Osteria, più alcune creazioni stagionali di ispirazione nipponica, come la Parmigiana Ramen e il Milanese Wagyu.

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Gucci Osteria Ginza | © architecturaldigest.com

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Parmigiana Ramen | © architecturaldigest.com

E' stata poi presentata una collezione bambino in collaborazione con la celebre illustratrice giapponese Yuko Higuchi, che unisce elementi giocosi e giardini fiabeschi.

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Gucci - Yuko Higuchi | © gucci.com

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Gucci - Yuko Higuchi | © gucci.com

Gucci ha inoltre realizzato una collezione che presenta l'anime Bananaya del 2016, di Kyo Yatare. Il protagonista è un gattino bianco dentro una buccia di banana.

Gucci Bananaya cookingwiththehamster
Gucci - Bananaya | © gucci.com

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Gucci - Bananaya | © pinterest.com

Per il 100mo anniversario della maison viene fondata la Gucci Bamboo House a Kyoto per presentare la collezione Aria.

Gucci ha rinnovato una machiya (casa tradizionale giapponese in legno tipica di Kyoto) costruita all'epoca della fondazione del brand, negli anni '20. Conosciuta come l'ex residenza Kawasaki, risale all'era Taisho (1912-1926). All'interno vi sono elementi tradizionali come la sala da tè e il tatami, uniti a parti in stile occidentale.

Gucci Bamboo House cookingwiththehamster
Gucci Bamboo House | © pinterest.com

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Gucci Bamboo House | © pinterest.com

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Gucci Bamboo House | © pinterest.com

Qui sono state esposte le celebri borse con manico di bambù, una dei pezzi più iconici di Gucci: ideata da Guccio Gucci nel dopoguerra, in un momento in cui vi era mancanza di materiali per la realizzazione di accessori - il bambù fu infatti importato dal Giappone.

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Gucci Bamboo Bag | © pinterest.com

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Gucci Bamboo Bag | © pinterest.com

Miley Cirus è poi diventata la nuova testimonial per la campagna del profumo Flora Gourgeous Gardenia: fotografata da Petra Collins, è anche un anime frutto del lavoro della character designer Terumi Nishii, del regista Akihiko Oka, l'artista Kazuki Higashiji (per gli sfondi), la colorista Hitomi Ikeda e il fotografo Tomoyuki Ishiyama.

Gucci Miley Cirus cookingwiththehamster
Gucci - Miley Cirus | © pinterest.com

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Gucci - Miley Cirus | © pinterest.com


In occasione del Capodanno cinese e in concomitanza con 51mo anniversario del celeberrimo manga di Fujiko F. Fujio (duo formato dagli artisti Hiroshi Fujimoto e Motoao Abito), il brand presenta "Doraemon x Gucci". Il gatto Doraemon, venuto dal futuro per aiutare Nobita Nobi, è un cult tanto in Giappone quanto in Occidente ed è stato ritratto su abiti e accessori indossati da modelli fotografati da Angelo Pennetta in scene di vita quotidiana.

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Doraemon x Gucci | © pinterest.com

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Doraemon x Gucci | © pinterest.com

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Doraemon x Gucci | © pinterest.com

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Doraemon x Gucci | © pinterest.com

Se a livello commerciale il marchio, come abbiamo visto, si è ben piazzato in Asia, un ulteriore passo avanti è stato fatto con l'inserimento del brand (compreso Gucci Beauty) all'interno di Tmall, ovvero il market place numero uno in Cina.

Gucci - Tmall cookingwiththehamster
Gucci - Tmall | © pinterest.com

Nel 2017 Gucci aveva aperto una pagina su Weibo e un Mini Program su WeChat (social che vanta oltre un miliardo di utenti), ma nel 2021 si espande ulteriormente, aprendo nuove possibilità commerciali nel negozio digitale che vanta 770 milioni di consumatori.

Restando in tema di tecnologia cinese, Gucci ha persino lanciato su WeChat un videogioco, confermandosi ancora una volta al passo con le innovazioni e polifunzionale.

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Gucci - WeChat videogame | © pinterest.com

Alessandro Michele, oltre ad essersi circondato da celebrity dal forte carisma come Harry Styles, Lana del Rey e Jared Leto, ha saputo coinvolgere personalità di spicco anche del panorama asiatico.

In Corea del Sud ha reso testimonial di Gucci l'attore Lee Jung-jae (di Squid Game), i cantanti IU (presente nella campagna Gucci Beloved) e Kai degli Exo, quest'ultimo tra l'altro anche prima artista coreano in assoluto a lanciare una capsule collection con Gucci; nel tempo, i suoi fan l'hanno associato ad un orso per via del suo carattere e, non a caso, la mascotte della collezione è proprio un orsetto, l'animale che più lo rappresenta.

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Alessandro Michele, Lana Del Rey, Jared Leto | © pinterest.com

Alessandro Michele, Harry Styles cookingwiththehamster
Alessandro Michele, Harry Styles | © pinterest.com

Gucci Lee Jung-jae cookingwiththehamster
Gucci - Lee Jung-jae | © pinterest.com

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Gucci - Lee Jung-jae | © pinterest.com

Gucci IU cookingwiththehamster
Gucci - IU | © pinterest.com

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Gucci - IU | © pinterest.com

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Gucci - IU | © pinterest.com

Gucci Kai cookingwiththehamster
Gucci - Kai | © pinterest.com

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Gucci - Kai | © pinterest.com

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Gucci - Kai | © pinterest.com

Senza poi contare BTS e BlackPink (di questo due gruppi, e del Kpop, ne ho scritto qui).

Gucci Bts cookingwiththehamster
Gucci - Bts | © pinterest.com

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Gucci - Bts | © pinterest.com

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Gucci - Bts | © pinterest.com

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Gucci - Bts | © pinterest.com

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Gucci - Bts | © pinterest.com

Gucci BlackPink cookingwiththehamster
Gucci - BlackPink | © pinterest.com

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Gucci - BlackPink | © pinterest.com

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Gucci - BlackPink | © pinterest.com

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Gucci - BlackPink | © pinterest.com

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Gucci - BlackPink | © pinterest.com

Collaborazioni di questo tipo sono state effettuate anche in Cina. Tra le numerose celebrità con cui Gucci ha collaborato vi sono la cantante pop Li Yuchun e l'attrice Ni Ni, la cui campagna pubblicitaria è stata fatta su Instagram.

Gucci Li Yuchun cookingwiththehamster
Gucci - Li Yuchun | © pinterest.com

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Gucci - Li Yuchun | © pinterest.com

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Gucci - Li Yuchun | © pinterest.com

Gucci Li Yuchun cookingwiththehamster
Gucci - Ni Ni | © pinterest.com

Gucci Ni Ni cookingwiththehamster
Gucci - Ni Ni | © pinterest.com

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Gucci - Ni Ni | © pinterest.com

Per quello che concerne il Giappone, per la collezione sostenibile Gucci Off the Grid viene scelto il cantante e attore Miyavi.

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Gucci - Miyavi | © pinterest.com

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Gucci - Miyavi | © pinterest.com

L'ultima frontiera, in ordine cronologico, è la Tiger Collection ideata per il Capodanno cinese 2022. Abiti e accessori di ispirazione preppy (di questo stile ve ne parlo qui rispetto agli anni '80 in Giappone) presentano la reinterpretazione delle sneaker Rhyton e Ace e ovviamente la tigre, non soltanto protagonista dello zodiaco cinese, ma presente anche nell'archivio Gucci di fine anni '60, ideata da Vittorio Acconero (lo stesso ideatore del motivo Flora).

La campagna vede come protagonisti l'attore e cantante Xiao Zhan degli X Nine, Li Yuchun, Ni Ni e IU.

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Gucci - Tiger collection | © pinterest.com

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Gucci - Tiger collection | © pinterest.com

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Gucci - Tiger collection | © pinterest.com

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Gucci - Tiger collection | © pinterest.com

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Gucci - Tiger collection | © pinterest.com


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